Arte e cultura per salvare l’Italia

L’Italia, da sempre è la meta turistica per eccellenza.

Nel’Ottocento era un privilegio per pochi poter viaggiare in Italia, ma tutti i grandi intellettuali che definivano tali dovevano fare tappa nel nostro Paese per poter completare il loro processo formativo.

GOETHE , per esempio, scrisse un bellissimo Viaggio in Italia in cui raccontava le bellezze che aveva visto nel nostro Paese e Keats si fece addirittura seppellire in Italia nel cimitero anglicano. Altri hanno percorso le strade italiane, raccontandone meraviglie e scrivendo romanzi (come non pensare alla Certosa di Parma di StendhalLa marchesa di Sansevero di Alexandre Dumas) ambientati per l’appunto in Italia.

Eppure da anni l’Italia non sembra riuscire  sfruttare il patrimonio artistico-culturale di cui dispone il Paese, lasciando spesso incompiuti, lavori di restauro, opera e borghi spesso e volentieri abbandonati al loro destino senza che nessun ente comunale o nazionale intervenga nella gestione e nella cura di questo patrimonio artistico valorizzandolo per quello che è: una risorsa del Paese e della nazione.

Va detto che la consapevolezza delle ricchezze del nostro Paese manca da sempre, da quando l’Italia venne definita “un’espressione geografica su una cartina” da Metternich, il cancelliere prussiano che mise in evidenza come l’Italia non fosse una nazione con uno spirito identitario forte ma fosse solo una serie di popoli in costante lotta tra loro.

Questo concetto è rimasto a fondo radicato nello spirito italiano ed impedisce di valorizzare al meglio quello che è un patrimonio identitario e culturale di una nazione come potrebbe la Germania oggi o come lo sono la Francia o la stessa Spagna, pur dilaniata dalle pulsioni secessioniste di Catalogna e Paesi Baschi.

Tornando all’Italia, possiamo citare il caso di Pompei su tutti: il sito archeologico più visitato al mondo abbandonato per anni a sé stesso senza una promozione turistica adeguata e soprattutto senza controlli o restauri in grado di promuovere quello che senza dubbio è uno dei gioielli della storia italiana, che è stato anche teatro (musicalmente parlando) di due concerti storici: quello dei Pink Floyd e dei Dream Theater.

Nel 2015 Pompei è stata visitata da 2.978.884 turisti  rimanendo uno dei siti archeologici con il maggior numero di visite dal 2000 ad oggi  non scendendo praticamente mai sotto i DUE MILIONI DI VISITE NEL CORSO DEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI, tutto questo nonostante le difficoltà patite negli ultimi anni.

Valorizzare questo patrimonio, non solo con il mantenimento, ma anche con il lavoro di promozione e di costruzione di infrastrutture che renda questo posto, come tanti altri accessibile ed appetibile per chi vuole visitarlo e conoscere la sua bellezza è una delle missioni che si deve porre questo e qualunque altro governo in Italia.

Ho citato il caso di Pompei perché si tratta forse di quello più “tristemente noto” alle cronache, con i crolli e lo stato di abbandono che lo ha portato alle cronache di tutti i giornali del mondo, ma come Pompei ci sono tanti altri siti turistici e non abbandonati e dimenticati che invece potrebbero essere sfruttati per far conoscere meglio l’Italia nel mondo.

Vorrei creare uno spazio su questo sito per poter costruire una vera e propria mappatura di quelli che sono i siti di maggior interesse dell’Italia, pensando insieme a come questi siti potrebbero essere valorizzati e quale possa essere in questo contesto il ruolo dello Stato e del Ministro Franceschini.

L’idea è quella di far conoscere siti italiani, mettendo in contatto enti e società che i occupano della valorizzazione del territorio per permettere all’Italia non solo di ripartire ma di tornare ad essere “centro nevralgico della cultura del mondo” come lo era stato nel periodo che va dal Quattrocento al Seicento soprattutto.

Io nel mio piccolo, aprirò una sezione in cui cercherò di parlare di capolavori artistici, architettonici ed artistici italiani, perché questo patrimonio venga conosciuto ed apprezzato prima di tutto da noi, perché senza la conoscenza del proprio passato nessuna nazione è in grado di costruire il proprio futuro.