La lunga lotta alla corruzione

In un’intervista su Repubblica di ieri Saverio Capolupo, comandante generale della Guardia di Finanza afferma “i controlli non bastano, manca il senso della legalità”.

Qualche dato riportano sempre da Repubblica: nel 2015 lo Stato Italiano ha subito per le truffe sulla pubblica amministrazione un danno patrimoniale di 4,35 miliardi (nel 2014 erano stati 2,67 quindi la cifra è più che raddoppiata). Le persone per cui è stata ipotizzata una responsabilità erariale sono 8021, tremila in meno rispetto all’anno precedente (quindi diminuiscono le pensioni ma aumenta il capitale evaso). Sono saliti a 7,4% gli evasori totali: sono quei soggetti che hanno prodotto reddito ma che agli occhi dello stato risultano essere completamente sconosciuti al fisco. Ai responsabili di frodi la Finanza ha sequestrato disponibilità patrimoniale – per il recupero delle imposte evase – per 1,1 miliardi e proposto il sequestro per altri 4,4 miliardi. Ci sono anche accertati 2466 casi di “frodi carosello”, che poi sono quelle frodi che prevedono la creazione di una società fantasma per costituire crediti IVA fittizi ed indebita compensazione.

5184 datori di lavoro hanno pagato in nero (quelli accertati ovviamente) e ci sono 12428 lavoratori in nero che non pagano tasse.  In quest’anno sono state confiscate 93 aziende riconducibili alla mafia. Due miliardi vengono dalle “truffe bancarie a danno dello Stato”. Su 2813 distributori di benzina, 2077 sono risultati irregolari: parliamo del 74%. Tra i trucchi individuati: il prezzo esposto sulle colonnine esterne non corrispondeva a quello sull’erogatore, il quantitativo erogato era inferiore oppure il prodotto era annacquato.

Questi dati ci dicono che non è solo la politica ad essere corrotta e che dire della nostra classe dirigente “rubano tutti” forse non è del tutto corretto.

Una volta Romano Prodi disse “ogni Paese ha la classe dirigente che si merita”.  Quello che voglio dire è l’italiano (di norma) va sempre a cercare il modo per farla franca e non pagare le tasse, vantarsi di “aver fregato lo Stato” è un grande successo.

La corruzione, l’evasione totale, questi sono i problemi che bloccano le crescita dell’Italia non certo i “costi della politica” (che comunque andrebbero ridotti).

Combattere i “Grandi Evasori” sarebbe la grande rivoluzione per poter ancora abbassare le tasse, secondo il principio “pagare meno, pagare tutti” e chi non paga, chi evade grosse somme di capitale, deve essere punito dalla legge.

Combattere l’evasione però potrebbe non bastare, perché serve una vera e propria educazione finanziaria. Fino a che molti italiani ragioneranno secondo lo schema: “ma se evado le tasse non faccio mica male a nessuno, ci sono quelli che evadono più di me” e fino a che l’evasione non viene considerata come un crimine ma come una “furbizia” non riusciremo mai a combattere sino in fondo l’evasione.