Il sogno di Sanders

2mff03c Le primarie americane hanno registrato un primo sorprendente risultato: il sostanziale pareggio elettorale tra Hillary Clinton e Bernie Sanders nelle elezioni primarie in Iowa è un risultato che si potrebbe definire “storico”. Innanzi tutto Bernie Sanders è il primo candidato alla Presidenza degli Stati Uniti a definirsi “socialista”.

A sorpresa Sanders si è trovato ad essere il maggior competitor di Hillary Clinton quando la Clinton pensava sostanzialmente di avere la strada spianata per la Presidenza.  Così non è,  almeno stando al primo risultato.

Quello che è successo, almeno ad una prima analisi è che la Clinton da molti elettori – soprattutto i più giovani – è stato percepito come un elettore delle grandi lobbie che da anni condizionano la politica americana e soprattutto proviene da una tradizione politica che ha reso i Clinton come una delle famiglie più potenti degli Stati Uniti.

Bernie Sanders in questo è un completo outsider: non dispone dei fondi di Hillary ed è mal visto da tutti i maggiorenti del partito che lo considerano un pericoloso comunista (e negli Stati Uniti la questione non è così irrilevante come in Italia) ma gode almeno per adesso dell’appoggio di buona parte dell’elettorato più giovane e più schierato che per anni è stato disilluso dalla politica americana. Si tratta per composizione dello stesso elettorato che due elezioni fa aveva consegnato la vittoria a Barack Obama, con una delle più avvincenti campagne primarie che gli Stati Uniti abbiamo mai avuto.

Quante chance ha Sanders di vincere le primarie e le elezioni? Poche secondo gli analisti del voto americane. Il suo essere “socialista”, come lui stesso si definisce potrebbe scoraggiare i democrats moderati a votare per lui e potrebbe far convergere i voti sul candidato repubblicano che potrebbe “spaventare” meno l’elettorato americano. Va detto che semmai nei repubblicani dovesse vincere (come per ora sta succedendo) un candidato estremista come Donald Trump allora la battaglia sul voto sarebbe davvero interessante, rischiando di diventare da una elezione dall’esito scontato (con la Clinton prima presidente donna degli Stati Uniti) in una battaglia elettorale che potrebbe – come quella del primo mandato Obama – riservare tante sorprese.