“Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente”

Dal mancato accordo tra Azione di Carlo Calenda ed il Partito Democratico di Enrico Letta con il brillante programma di “sconfiggere la Destra” per arrivare ad un centrodestra che non trova di meglio che proporre un programma elettorale in linea con una visione peronista del mondo (taglio delle tasse, aumento della spesa pubblica, rischio concreto di bancarotta e tagli ai servizi essenziali) nel panorama politico italiano regna la confusione più completa.

Ad un mese dalle elezioni non solo non si capisce ancora bene quali sono gli schieramenti in campo ma non è chiaro nemmeno quali sono i programmi di quegli schieramenti.

Meglio ancora, se il centrodestra almeno sembra aver superato la fase critica della “costruzione delle alleanze” e si sta concentrando su un programma elettorale scritto solo per ammiccare ad una parte di elettorato, il centrosinistra sembra non avere ancora la minima idea di cosa proporre semmai dovesse andare al Governo.

In effetti le ultime settimane per la coalizione di centrosinistra sono state una giostra di accordi, candidature, nomi, “coalizione larghe” e “coalizioni strette” tutte con la sola idea di sconfiggere gli avversari con in mente la sola idea di “proseguire con la linea tracciata dall’agenda Draghi”.

Poco importa che il piano elaborato da Draghi era perfettamente in linea con le direttive neoliberiste del mercato (e quindi a rigor di logica molto lontane da quelle che sono le “normali” battaglie della sinistra).

Tenere insieme una coalizione sulla base di una agenda politica dichiaratamente neoliberista non è solo complesso, è impossibile quando una delle componenti di quella alleanza solitamente tende a combattere quelle politiche.

Deve averlo capito Carlo Calenda quando domenica ha deciso di rompere il patto con il Partito Democratico decidendo di andare da solo, che la strada per costruire un “fronte progressista e riformista” non solo non era percorribile con una alleanza che al suo interno aveva anche Sinistra Italiana e Verdi, ma che avrebbe anche potuto coinvolgere i Cinque Stelle, tutto in nome della “Santa Crociata contro i fascisti” (che vede solo il Partito Democratico).

Già, i Cinque Stelle, il partito guidato da Antonio Conte che non ha capito che stava per essere utilizzato da tutti per porre fine all’esperienza del Governo Draghi: dalla Lega passando per Forza Italia, allo stesso Draghi, evidentemente stanco delle continue lotte e dei continui distinguo in seno alla sua stessa maggioranza.

Tutto questo succede mentre l’Italia dovrebbe avere un Governo stabile per gestire ed amministrare al meglio i fondi del PNRR, mentre rischia di esplodere con l’autunno il conflitto sociale perché cresce la disoccupazione e le aziende continuano a chiudere.

Se nel centrosinistra piangono nel centrodestra non ridono.

I conflitti interni alla coalizione composta da Fratelli d’Italia – Lega e Forza Italia sono solamente sopiti, ma di certo non sono appianati.

Al momento la situazione appare particolarmente complessa anche da quelle parti, con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia come azionisti di maggioranza di una coalizione che non sembra si stia ancora studiando nonostante professi unità di intenti.

La volontà espressa dai tre partiti di non fare proposte elettorali viene giornalmente smentita dalle proposte di questa o di quella forza che promette di abbassare le tasse, eliminare l’immigrazione, aumentare le pensioni e sperperare denaro pubblico in bonus e mance elettorali.

Insomma, nella politica italiana – che mai come in questo momento avrebbe bisogno di stabilità visto il difficile periodo che ci spetta – la confusione sembra regnare ancora sovrana.

Possono cambiare ancora molte cose da qui al 25 settembre, ma per ora, i primi segnali non sembrano indurre all’ottimismo, si tratta solo di aspettare e come diceva bene in una sua canzone Lucio Battisti, che cosa accadrà “lo scopriremo solo vivendo”.

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