L’anno che verrà…

Il 2020 è ormai giunto al termine (mancano poco più di ventiquattro ore) ed è ora di aspettare il nuovo anno.

Mai come quest’anno ci sarà l’attesa per il nuovo anno, con la speranza che sarà un anno migliore di quello appena passato.

Il 2020 è stato a tutti gli effetti quello che possiamo definire annus horribilis: la pandemia, la crisi economica e sociale, la perdita di ogni sicurezza nel lavoro, nella salute, nella possibilità di una vita migliore. Senza dimenticare i morti: sinora sono 1,79 milioni in tutto il mondo (73 mila 29 solo in Italia).

Mai come questa volta l’anno che verrà deve segnare una svolta nel modo di pensare, di agire, di costruire il futuro non solo delle classe dirigenti che sono al Governo ma anche soprattutto dei cittadini.

Mai come quest’anno avremo bisogno di recuperare il senso di collettività della nostra società, un senso di collettività che deve essere punto di partenza per costruire una società migliore di quella che (necessariamente) ci siamo dovuti lasciare alle spalle. Con il nuovo anno dovremo rivedere quelle che sono le nostre priorità ed i nostri bisogni, pensando un pochino meno al nostro benessere e pensare un pochino di più al benessere del nostro vicino.

Nei primi mesi di pandemia è uscito un libro molto interessante: si intitola il Mondo dopo la fine del mondo è un libro in cui si parla di come rimettere in moto il Paese dopo gli ultimi mesi.

Ecco, il mio augurio per il prossimo anno è questo: che si possa uscire dalla crisi più forti, più consapevoli di noi stessi e più uniti.

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