Prospettive per un processo di unificazione a sinistra

Ancora una volta le ultime elezioni hanno dimostrato come in Italia resti ancora lontano un processo di costruzione di una sinistra unita in grado di presentarsi alle elezioni sulla base non di un mero calcolo di tornaconto elettorale ma sulla base di un progetto comune in grado di rispondere alle esigenze del cittadino e soprattutto dare una risposta al continuo avanzare di un modello capitalista sempre più invasivo e pervasivo nella vita delle persone.

Tralasciando per una volta il Partito Democratico che, ormai in maniera piuttosto evidente, ha abbandonato la strada di essere architrave di un processo di costruzione di un centrosinistra degno di questo nome, bisogna cercare di mettere insieme tutta quella galassia di nomi e persone che nel corso di questi anni hanno dato vita ai vari tentativi di “unione a sinistra” senza mai riuscire non solo ad ottenere una consistente vittoria elettorale (che sarebbe il minimo dei problemi) ma nemmeno a restare uniti quel tanto che basta per avviare un laboratorio politico degno di un procedimento di costruzione di un modello di sinistra che si presenti alternativo tanto al PD quando alla Destra imperante in questa fase storica in Italia.

Uno dei drammi maggiori della sinistra in questa fase è che ogni volta che si avvicina una scadenza elettorale parte dai nomi invece che dalle idee e partire dai nomi non è mai una cosa buona. Vediamo di elencare alcuni punti su cui la “Sinistra del Terzo Millennio” si dovrebbe concentrare per sperare di ottenere qualche vittoria (magari non immediata) non perché ha “nomi spendibili” ma perché ha in mente un progetto.

Per ora cercheremo di affrontare solo alcuni temi, nel corso del tempo cercherò di affrontarne altri offrendo una prospettiva “di sinistra” con la speranza che qualcuno possa cogliere questo appello e soprattutto questi spunti.

AMBIENTE

Ritengo che la “Questione ambientale” debba essere al primo posto (o almeno tra i primi) in una prospettiva di costruzione di un processo unitario a sinistra.

Quando si parla di “ambiente” spesso si tende a mettere parole a caso come “riduzione delle emissioni di CO2, effetto serra, e qualcuno ancora tende a parlare di “buco dell’ozono” o di raccolta differenziata, come se tutto questo potesse risolvere la questione ambientale.

La questione è molto più complessa in realtà e va affrontata in maniera completamente diversa: riguarda il modo in cui cui l’uomo si relaziona con l’ambiente circostante.

Ora la domanda più ovvia è: che cosa ha a che fare tutto questo con la sinistra?

Lo sfruttamento della Terra è un aspetto non secondario del capitalismo, il quale dopo aver sfruttato la “risorsa umana” passa a sfruttare la “risorsa ambiente” nel continuo tentativo di espandersi alla conquista di nuovi mercati. La sopravvivenza del sistema capitalista (almeno di una forma di capitalismo) è indissolubilmente legata all’espansione di quel capitalismo attraverso lo sfruttamento delle risorse circostanti. Perché non pensare ad un modello capitalista che possa allo stesso tempo rispettare l’ambiente e fare in modo di essere davvero un viatico per “migliorare” la vita dell’uomo invece che essere un miglioramento solo apparente.

Per creare un capitalismo basato sul risparmio ambientale (e non solo) e sul miglioramento delle condizioni dell’uomo è necessario incentivare la ricerca sulle risorse alternative (compreso il nucleare) per superare la “fase del carbone fossile”.

Torneremo ancora a parlare di ambiente e questione ambientale ma per ora credo sia opportuno andare avanti nella stesura di alcuni altri punti che devono essere alla base della costruzione di un processo unitario della sinistra.

Scuola e Cultura

La sinistra è sempre stata bacino elettorale di docenti ed intellettuali legati al mondo della cultura. Eppure da diversi anni a questa parte le peggiori riforme del sistema dell’istruzione sono arrivate proprio da sinistra. Spesso e volentieri sono stati elaborati complessi sistemi di riforma spesso lasciati monchi e senza alcun criterio meritocratico.

Certo, con la parola “meritocrazia” abbiamo costruito castelli, ma siamo davvero stati in grado di dare vita ad un sistema meritocratico? E cosa vuol dire esattamente meritocratico?

Uno Stato intenzionato a crescere deve investire in cultura e ricerca, non tagliare senza criterio alla ricerca e poi chiedere al Paese di crescere. Come può crescere un Paese che non investe nella ricerca e nel progresso?

Spesso si parla delle eccellenze italiane, quelle stesse eccellenze che hanno potuto essere tali perché uno Stato ha creduto in loro ed ha finanziato i loro progetti. Se vogliamo davvero tornare ad essere al centro del mondo dobbiamo tornare a sviluppare una forma di mecenatismo contemporaneo capace di investire in nuovi progetti di ricerca. Perché questo possa avvenire è innanzi tutto necessario dotare università e scuole di fondi da gestire per sviluppare progetti di ricerca (anche su idee proposte dagli studenti) e soprattutto è necessario creare un sistema dove l’istruzione supera il concetto di “nozione fine a sé stessa” e diventa parte integrante del percorso del singolo individuo.

Pensare a come costruire un sistema scolastico dove i dirigenti sono preparati (questo è il concetto di meritocrazia) e i docenti sono selezionati secondo un criterio di merito è il primo passo per arrivare a costruire un sistema scolastico efficiente e capace di rispondere alle esigenze della società attuale ed alle sue mutazioni. Sulla didattica anche ci sarebbe molto da dire, spero di riuscire a sviluppare qualcosa di utile anche in questo campo per fornire qualche idea (da docente forse qualcosa la posso dire).

Per adesso direi che ci possiamo fermare. Ovviamente quelli elencati sono solo due idee abbozzate su come si possono migliorare le cose, ma tornerò presto a parlare di altri argomenti, con la speranza che abbiate la pazienza di seguirmi nonostante spesso la mia “pigrizia atavica” mi porti a curare questo posto meno di quanto vorrei.