Casa Pound, il fascismo e la condanna della violenza

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L’aggressione di ieri ad Ostia ha suscitato (giustamente) l’indignazione di molti, ha sollevato diversi quesiti e dibattiti in nome della “libertà di espressione”.

Per molti versi sono gli stessi dibattiti che si sono sentiti in Italia da quando il fascismo è stato tramutato da dittatura in fenomeno culturale dovuto al disagio della popolazione.

Non so esattamente da dove nasca questa tendenza alla “tolleranza” per chi si dichiara chiaramente antidemocratico richiamandosi a presunti valori fascisti (nazionalismo di razza, razzismo, antisemitismo e propaganda antidemocratica) ma andrebbe ricordato che la democrazia va tutelata reprimendo fenomeni che possono portare alla crescita della dittatura. 

Per anni la “sinistra italiana” (intendendo in questo caso con il termine sinistra tutte le sue componenti e le sue varie sigle) si è ostinata a cercare in ogni espressione del proprio avversario un elemento “fascista” mentre il fascismo vero e proprio si stava riorganizzando occupando spazi sociali prima di appartenenza della sinistra e simboli anche essi appartenenti alla sinistra.

Ultimo è stato il Movimento Cinque Stelle, bollato più una volta come “fascista”.

Ora, ho detto più di una volta che ritengo il Movimento Cinque Stelle pericoloso per la tenuta democratica del nostro Paese perché connotati da un forte elemento “totalitario” ma di certo non li ritengo fascisti.

Casa Pound, così come Forza Nuova, invece sono delle forze dichiaratamente “fasciste”.

Richiamandosi ad alcuni valori tipici del fascismo (culto dei caduti, onore concesso a chi è morto in “battaglia”, vaghi richiami ed elementi nazionalisti sulla base dell’appartenenza di razza, giusto per citarne alcuni) di fatto pongono questi partiti nel novero di coloro che non possono essere accettati perché vietati dalla Costituzione.

Vero è che impedire a qualcuno di esprimere le proprie opinioni risulti a molti come una “violazione del principio di libertà” ma il principio della libertà non può essere assoluto, per tutelare quel principio è necessario che vengano estromessi tutti quelli elementi che possono comprometterne la stabilità e la sopravvivenza, come il fascismo.