Un progetto per la rinascita di Roma

Roma è in crisi, inutile negarlo ed inutile nascondersi dietro il dito delle “colpe delle amministrazioni precedenti” .

Vorrei partire dicendo che non è mia intenzione scrivere un post che attacchi la Raggi per la mala gestione della situazione romana, anche se ci tengo a dire una cosa: i Cinque Stelle dall’opposizione erano quelli che attaccavano Ignazio Marino bollandolo come “incapace” e sostenendo che loro avrebbero sicuramente fatto meglio, cosa che non sta avvenendo, anzi se possibile stanno facendo molto peggio.

Detto questo, prima di pensare a qualcosa di diverso per la situazione della Capitale sarebbe il caso di citare qualche dato, estrapolato dal dossier su Roma scritto dal Ministro Calenda per conto del Governo Gentiloni e consegnato sulla scrivania della Raggi di modo che si possa cooperare per far uscire Roma dalla crisi in cui è precipitata e da cui sembra non esserci via d’uscita.

Il primo dato da analizzare è la fuga da Roma delle grandi aziende: prima Sky, ora anche Unicredit hanno trasferito tutti i loro uffici (ed il personale) a Milano, che sempre più diventa la vera capitale italiana.

Questo, se aggiunto ai licenziamenti che hanno fatto seguito alla crisi di Alitalia è un segnale preoccupante per la tenuta economica ed al prestigio di Roma come “sede delle istituzioni”.

Nel documento possiamo leggere che sono state registrate 58 crisi aziendali nell’area di Roma e Provincia, con il coinvolgimento di oltre 23 mila lavoratori.

Dodicimila sono considerati “esuberi”, 3200 sono i licenziamenti effettuati,  2700 sono in solidarietà e 1600 sono in cassa integrazione (solo la crisi di Alitalia ha coinvolto 9000 dipendenti).

In questo elenco sono citati inoltre: 1600 esuberi di Almaviva, 200 di Esso, 600 esuberi di Securpol, i 619 del gruppo Carrefour ed in settecento cassaintegrati del gruppo Metronotte. 

Questo nonostante il tasso di occupazione sia salito a livelli pre-crisi: 62,9% all’inizio della crisi ed è tornato al 62,6% nel corso dello scorso anno.

A questo dato però va anche aggiunto che il livello di occupazione nella fascia di età tra i 24 ed i 34 anni nel 2008 era del 73,2% mentre oggi è sceso al 64% (Fonte Il Messaggero, Venerdì 22 settembre 2017).

Questo si spiega perché la riduzione del personale che ha fatto seguito all’abbandono da parte delle grandi aziende di Roma non è stata compensata dalla nascita di nuove società perché più piccole e perché non in grado di assumere dipendenti in modo da assorbire il colpo della disoccupazione aumentata.

Altro elemento preoccupante è quello relativo al turismo , da sempre considerato il fiore all’occhiello di Roma e da sempre vanto di sindaci che lo hanno sempre messo al centro dei loro programmi elettorali.

Nonostante le potenzialità Roma si posiziona al 4° posto  tra le mete turistiche più ambite dietro BERLINO con 27 milioni di pernottamenti rispetto ai 31 di Berlino, dietro LONDRA E PARIGI  rispettivamente con 67 e 43 milioni di pernottamenti, con un calo di entrate sul fronte turistico che provoca danni anche all’economia locale.

Interessante notare come, nonostante questi dati, Roma resti in testa alla preferenze in Italia per la visita dei Musei con il Pantheon saldamente al primo posto con 7,4 milioni di visitatori l’anno, davanti al Colosseo ed ai Fori Romani con (6,4 milioni di visitatori) mentre nelle prime dieci posizioni troviamo anche Castel Sant’Angelo al sesto posto con 1,6 milioni di visitatori, segnale che – nonostante le difficoltà – il “marchio” di Roma tira ancora.

Lo sviluppo economico di Roma risente di una tassazione sensibilmente più alta rispetto alla media nazionale, dato che le aliquote per chi produce sono più alte del 24% sono più alte rispetto a Milano mentre quelle sui dipendenti sono superiori del 40-57%, elemento che rende difficile assumere soprattutto le piccole e medie imprese che invece dovrebbero essere il tessuto sociale e produttivo della Capitale.

Poche, anzi pochissime sono anche le entrate dovute agli eventi, anche perché sono troppo poche per produrre introiti: appena 96 nel corso dello scorso anno rispetto ai 196 di Parigi, 186 di Vienna, 181 di Barcellona e 176 di Berlino.

Questo nonostante il turismo congressuale porta più entrate rispetto al turismo commerciale: chi raggiunge una conferenza ed un convegno spende in media 560 euro al giorno  rispetto ai 102 euro spesi da un turista tradizionale.

La mancanza di eventi può essere spiegata in diversi modi: mancano gli spazi per organizzare convegni e quelli che ci sono si trovano fuori dal Centro Storico e sono difficilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, cosa che non avviene nelle altre città citate o perché più piccole (come nel caso di Vienna) o perché con un trasporto pubblico decisamente meglio organizzato (come nel caso di Parigi o Barcellona).

Bisogna fare in modo che questi dati, emessi da un documento ufficiale del Governo non restino lettera morta, fare in modo che diventino un punto di partenza necessario per la rinascita di Roma.

Pensare ad un piano di riqualifica del territorio della Capitale, facendo in modo che ritorni ad essere un polo di attrattiva come era sino a qualche anno fa deve essere scopo primario della attuale amministrazione.

Serve la collaborazione di tutti, a partire dalla Giunta per arrivare sino all’opposizione che deve cooperare per trovare una strada da percorrere per aiutare Roma ad uscire dalla crisi.

Cerchiamo di evidenziare i nodi più importanti da affrontare, nodi che allo stesso tempo sono anche quelli più difficili:

a) TRASPORTO PUBBLICO

b) RIFIUTI

c) SICUREZZA E DECORO URBANO

d) VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE

TRASPORTI 

Lasciamo da parte le polemiche strutturali sulla mala gestione di Atac e pensiamo a trovare una soluzione adeguata al problema del trasporto a Roma.

Innanzi tutto bisogna prendere atto che due linee di metropolitana sono davvero poche per una città come Roma, ne servirebbero almeno altre due come era in programma sin dai tempi della Amministrazione Rutelli. I lavori completati nel corso degli ultimi anni sono un punto di partenza per arrivare alla costruzione di una rete più vasta di trasporto su ferro, non possono essere un punto di arrivo.

Serve un maggiore collegamento con le zone centrali che metta in collegamento la periferia con il centro.

Il passo successivo dovrebbe essere quello di un progressivo abbandono del trasporto su gomma a vantaggio di un trasporto su rotaia come era in programma dalla giunta Marino (in quest’ottica andava la pedonalizzazione di Via dei Fori Imperiali e lo spostamento del capolinea della linea del 3 da Piazza Largo Argentina a Piazza Venezia/ Angolo Via delle Botteghe Oscure), il processo che poi non si è concretizzato va ripreso anche con una riqualificazione del personale ATAC.

Altra questione è quello degli esuberi: una società considerata sana non può avere più dipendenti del necessario, pena il tracollo.

I lavoratori in esubero andrebbero reimmessi in altri settori, come ad esempio quello della sicurezza delle stazioni, che andrebbe pertanto affidata a personale Atac  e non a società esterne che vincono gare di appalto, oppure il personale in esubero potrebbe anche essere riassunto con incarico diverso dalle società che gestiscono la sicurezza delle stazioni, in questo modo si potrebbero evitare licenziamenti e fare comunque in modo che l’Atac possa avere i conti a posto.

RIFIUTI

Esiste a Roma una questione rifiuti evidente.

La società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti non è in grado di far fronte alle esigenze dello smaltimento dei rifiuti e questo provoca in danno di immagine notevole alla Capitale: a nessuno piace visitare il Colosseo con i rifiuti che escono dai cassonetti o vedere cassonetti che navigano le acque della Capitale quando piove, così come non piace a nessuno avere una città allagata per un nubifragio contenibile perché non si è provveduto alla ordinaria pulizia fognaria.

Si parla spesso in AMA di “mancanza di personale” ma in realtà quello che manca (oltre al personale su strada) è una reale capacità di utilizzo dei mezzi a disposizioni e di un sistema di smaltimento di rifiuti efficace ed efficiente come invece avviene in altre città.

Raccolta differenziata 

Una delle cose di cui si parla più spesso quando si parla di rifiuti a Roma è la raccolta differenziata.

Se ne parla spesso ed in tutte le salse eppure fatica a mettersi in moto, soprattutto quando si cerca di avviare la cosiddetta raccolta “porta a porta”.

La questione del mancato successo della raccolta sta nel fatto che oltre a mancare i mezzi manca anche l’educazione alla popolazione di come funzioni effettivamente la raccolta differenziata.

Non sono pochi i romani che sarebbero interessati a fare la raccolta differenziata ma non sanno come funziona.

Partire dall’educazione è il primo passo per costruire una raccolta differenziata efficace ed efficiente allo stesso tempo.

Il secondo passo è quello di pensare ad impianti di smaltimento dei rifiuti che funzionino e che possano permettere un regolare smaltimento dei rifiuti.

La chiusura della discarica di Malagrotta ha creato un evidente problema allo smaltimento dei rifiuti perché mancano completamente sia gli impianti di smaltimento che quelli di compostaggio dei rifiuti, il che causa problemi in fase di riciclaggio del rifiuto.

Non sono un tecnico per cui mi mantengo su linee generiche ma pensare ad un modello alternativo di smaltimento può diventare un punto di forza della Capitale e non restare solo uno slogan elettorale buono per le tornate elettorali.

SICUREZZA E DECORO URBANO

Questo punto se vogliamo è strettamente correlato al precedente anche se allo stesso tempo se ne discosta.

Partiamo dal decoro urbano: sembra una banalità, ma una città più pulita ed efficiente è anche una città più appetibile.

La città di Roma oggi come oggi è sporca: palazzi deturpati da scritte di adolescenti annoiati che si danno al vandalismo e mezzi pubblici che a dirla tutta cadono a pezzi dando una pessima immagine della città.

Servirebbe incrementare i controlli da parte delle Forze dell’Ordine, senza il timore di passare per “fascisti” (accusa che pare vada sempre di moda quando si parla di sicurezza), come aveva proposto ad esempio Roberto Giachetti  sostenendo nel corso della presentazione del suo programma che avrebbe chiesto al Ministero degli Interni di prorogare la durata della presenza dell’Esercito per le strade di Roma.

Altro discorso è quello che riguarda il decoro urbano: in parte fare in modo che la città funzioni al meglio spetta all’amministrazione ma anche i cittadini devono fare la loro parte.

Incrementare le sanzioni per chi deturpa il patrimonio della città non è una cosa di “destra o di sinistra” è una cosa intelligente,  le misure di sicurezza oltre che una forma di tutela sono anche una forma di educazione.

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE

Quanti e quali sono i musei principali di Roma?

Sfido qualunque romano ad indicarmi almeno dieci musei di Roma, scommetto che non ci riuscirebbe quasi nessuno.

Eppure ci sono diversi musei che vale la pena visitare, sia se si è romani sia se si è turisti.

Mi viene in mente (tra quelli meno visitati) il MUSEO NAPOLEONICO al centro di Roma ed il MUSEO ETRUSCO di Valle Giulia, dove tra le altre cose si trova il famoso sarcofago degli sposi reperto unico e raro di arte etrusca.

Ovviamente non vanno dimenticati tra i musei di arte contemporanea la GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) ed il MAXXI  dove spesso e volentieri vengono fatte delle esposizioni e delle mostre davvero interessanti.

Valorizzare il proprio patrimonio artistico permetterebbe anche di valorizzare quelle periferie che spesso e volentieri sono abbandonate al loro destino senza che nessuna amministrazione se ne occupi.

Quelle periferie che in realtà sono parte del patrimonio archeologico di Roma e nascondono segreti che potrebbero essere scoperti per valorizzare anche le periferie.

Mi viene in mente ad esempio Villa Gordiani, la villa romana sulla Prenestina di proprietà dell’imperatore Gordiano che potrebbe essere meta di turismo tanto quanto altre zone di Roma molto più conosciute semplicemente perché sono state valorizzate nel corso degli anni.

Il lavoro che aspetta questa amministrazione, come anche le prossime che si susseguiranno non è poco e non è nemmeno semplice, ma è un punto di partenza, perché da qualche parte bisogna ripartire per tornare a fare Roma grande, ridare alla Capitale il ruolo ed il posto che le spetta nella storia, come sempre vi chiedo di contribuire con consigli e con suggerimenti su cosa e come si potrebbe migliorare la capitale, perché la storia si cambia insieme, solo ascoltando i cittadini si possono capire i problemi della città e ricostruire Roma, perché questo è quello che va fatto: rimettere Roma al centro della politica, della società e del mondo della cultura. 

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Work in progress, evoluzione del blog

Quando ho aperto questa pagina mi ero ripromesso di costruire uno spazio di analisi e di trasmissione della conoscenza diverso da quelli che girano sul web.

Con il passare dei mesi mi sono accorto che gli argomenti trattati spesso sono legati alla politica ed all’analisi dei fatti dell’attualità, cosa di per sé buona ma che in realtà è lontana dallo scopo della creazione di questo spazio.

Per questo ho deciso di ampliare le sezioni del blog, introducendo le sezioni di storia, arte, archeologia, postando di volta in volta aggiornamenti su quello che succede nel mondo della cultura, delle scienze ed ogni tanto anche nel campo della linguistica, con la speranza di rendere la pagina sempre più interessante ed appetibile al maggior numero di utenti possibili.

Ovviamente per la creazione di nuove sezioni sono sempre disponibile  a seguire i consigli di quanti avranno la pazienza di seguirmi, con la speranza di riuscire ad andare sempre incontro alle vostre richieste e necessità.

Spero con il tempo di riuscire ad ampliare tanto i contributi quanto gli argomenti, chiedo solo a chi legge di avere un poco di pazienza.

#StayTuned