Monitoraggio, cosa è ed a cosa serve

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Sempre più spesso nelle campagne elettorali soprattutto sui social network sta diventando fondamentale l’elemento del “monitoraggio” sia del proprio candidato che delle mosse dei propri avversari.

Il monitoraggio di norma viene fatto principalmente per due motivi: da una parte (come abbiamo detto) per controllare le mosse del nostro avversario (magari anche trovare qualche argomentazione per attaccarlo) dall’altra per “monitorare” la reputazione del nostro candidato non solo sulla base di quanto dicono gli avversari ma anche di quello che pensa l’opinione pubblica.

Partiamo dalla prima forma di monitoraggio, quella sugli avversari. Molti tendono a fare monitoraggio riportando semplicemente quelle che sono le parole di un candidato facendo il copia incolla di quello che si trova sui social oppure riportando le dichiarazioni che sono state fatte in una trasmissione radiofonica o in televisione.

Mettiamo il caso che mentre noi siamo impegnati a raccogliere le dichiarazioni del nostro competitor riportando fedelmente ogni sua parola ed ogni sua dichiarazione su un giornale esce un piccolo articolo di spalla in cui viene comunicato che un collaboratore è stato inquisito per truffa, noi ci siamo fatti sfuggire una buona occasione per attaccare il nostro avversario insinuando dubbi sulla sua onestà visti i collaboratori di cui si circonda (in questo caso non serve nemmeno commentare più di tanto, basta riportate la notizia sulle nostre pagine e lasciarla agire da sé). Allo stesso modo tramite le rete possiamo fare uno studio sulle abitudini e sulla vita del nostro competitor, con quella tecnica che si chiama negative campaigning, molto usata nelle campagne elettorali americane. Se per esempio abbiamo un candidato che parla di tagli alla pubblica amministrazione; riportando la notizia troviamo la notizia che ha aumentato i costi del personale dei propri collaboratori del 20%, oppure che la moglie ha utilizzato la macchina di servizio per andare ad un evento privato.

Questa tecnica di campagna negativa viene comunque principalmente utilizzata se bisogna recuperare un grande svantaggio oppure se l’avversario ha fatto qualcosa di veramente grave. Non lo è invece per il favorito perché una simile strategia è un’arma a doppio taglio dato che getta discredito sulla politica e di conseguenza anche sul proprio operato. Come tecnica, usata con le dovute precauzioni tuttavia si può rivelare come molto utile, non fosse altro perché ha il merito di motivare i propri sostenitori spingendoli ad impegnarsi perché è così importante sconfiggere l’avversario e motivarli a convincere altri ad andare al voto.

Come secondo effetto si otterrebbe quello di demotivare i sostenitori dell’altro candidato no perché vengono convinti da una campagna negativa a cambiare idea ma perché si aumenta in questo modo la probabilità che quel candidato non ottenga i voti necessari tra i suoi potenziali elettori.

Inutile dire che prima di lanciare un simile attacco è necessario fare tutte le opportune verifiche visto che un abbaglio – rischio sempre dietro l’angolo – e potrebbe pregiudicare l’esito dell’intera campagna.

Un’altra forma di monitoraggio – a mio avviso più importante di quella sugli avversari – è il monitoraggio della reputazione del nostro candidato. 

Per quanto sia importante pianificare e sapere quello che dicono i nostri avversari è ancora più importante e fondamentale sapere quello che i nostri elettori sia reali che potenziali pensano di noi.

Ormai per molti è diventato un gesto automatico: quando si ricerca un’informazione su qualcuno o qualcosa la prima cosa che viene fatta è digitare il nome della persona o della società che stiamo cercando su uno dei principali motori di ricerca (nella maggior parte dei casi si tratta di Google).

Anche in questo caso possiamo distinguere diverse forme di monitoraggio:  il monitoraggio delle conversazioni  che permette di cogliere le opinioni dei cittadini in maniera più spontanea rispetto ad un focus group o ad un sondaggio dove si sa di essere osservati.

Ascoltare l’opinione dei cittadini consente di migliorare la propria strategia comunicativa, chiarire punti oscuri del proprio programma.

L’ascolto della rete ormai è fondamentale, perché ci consente di conoscere meglio il proprio pubblico di riferimento per questo il monitoraggio diventa sempre più un elemento decisivo delle campagne elettorali o delle campagne di marketing e deve essere iniziato sin dall’inizio della pianificazione strategica per poter valutare meglio lo scenario entro cui si svolge il dibattito.

Ultima cosa: è fondamentale che i risultati di questo monitoraggio vengano diffusi tra i principali membri dello staff per dare a tutti una maggior conoscenza dei temi che si sono affrontati nel corso della discussione con i cittadini

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